Mediolan: Zaproszenie na wystawę z udziałem polskiej artystki Dominiki Olszowy

4 marca o godzinie 18.00 w Mediolanie odbędzie się inauguracja wystawy z udziałem Polki Dominiki Olszowy.

Poniżej informacje w języku włoskim przesłane do Redakcji.

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4.03.2025 – 12.04.2025 

POOR BUT SEXY

Anastasia Sosunova, Mila Panić, Ala Savashevich, Dominika Olszowy, Miroslav Tichý e Nikita Kadan

a cura di Sergey Kantsedal

04/03 – 12/04/2025

INAUGURAZIONE 04/03/2025, 6-9pm

eastcontemporary | via Giuseppe Pecchio 3, 20131 Milan | [email protected] | www.east-contemporary.org

POOR BUT SEXY, a cura di Sergey Kantsedal (4 Marzo – 12 Aprile, 2025), prende il titolo dallo slogan coniato dall’ex sindaco di Berlino, Klaus Wowereit, nel tentativo di ridefinire l’immagine della città dopo la caduta del Muro, enfatizzando quanto Berlino potesse essere attraente per l’Occidente grazie alla sua vasta infrastruttura e alla forza lavoro a basso costo. Lo slogan diventa così un esempio emblematico per riassumere, da una prospettiva filo-occidentale, il destino dell’Est dopo il 1989. Ma non solo: rappresenta una sintesi delle polarizzazioni attuali tra Oriente e Occidente, come descritto in Poor But Sexy: Culture Clashes in Europe East and West della autrice polacca Agata Pyzik (2014, Zer0 Books). Il libro di Pyzik esplora la “storia nascosta” dell’Est, vista soprattutto attraverso la sua travagliata e spesso sottomessa relazione con “l’Occidente”. Dalle pratiche artistiche alle sottoculture, dal post-punk alla fascinazione di Bowie per il Blocco Orientale, dall’orientalismo all’auto-colonizzazione, l’opera di Pyzik rifiuta sia la nostalgia per i “bei vecchi tempi” sia il desiderio di diventare una “parte normale” dell’Europa.

A partire da questa provocazione, POOR BUT SEXY presenta le opere di Ala Savashevich (1989, Bielorussia), Anastasia Sosunova (1993, Lituania), Dominika Olszowy (1988, Polonia), Mila Panic (1991, Bosnia ed Ercegovina), Miroslav Tichý (1926–2011, Repubblica Ceca) e Nikita Kadan (1982, Ucraina). Attraverso una molteplicità di prospettive e micro-narrazioni che spaziano tra generazioni, linguaggi e geografie, la mostra si configura come una capsula del tempo—uno sguardo nell’archivio vivente di un presente frammentato e obliquo. Ogni opera si relaziona intimamente alle altre, occupando uno spazio comune in cui si intrecciano esperienze, genealogie e micro-storie. Il senso di appartenenza viene esplorato in modo introspettivo—non come un tema, ma come un’attitudine. Giocosa ma anche seria—povera ma sexy—la mostra stimola una conversazione che attraversa il tempo e lo spazio, dando vita a un dialogo tra oggetti, corpi, fantasie e sogni.


La mostra è stata organizzata con il sostegno del Consolato Generale di Polonia a Milano e dell’Istituto Polacco di Roma.




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