Padwa: Wystawa fotograficzna Krzysztofa Millera

W Padwie w dniach od 4 do 27 czerwca br. odbędzie się wystawa fotograficzna Krzysztofa Millera pt. Fotografie, które nie zmieniły świata.

Szczegóły poniżej na plakacie.

Miller ha viaggiato per il mondo come fotoreporter per il giornale Gazeta Wyborcza, coprendo gli eventi più caldi. Ha documentato regolarmente i conflitti armati in giro per il mondo negli anni ’90, nei Balcani, in Cecenia, in Afghanistan, in Sudafrica e in Africa. Miller ha sviluppato il suo stile riflessivo di foto giornalista emotivamente impegnato e coinvolto dal dramma della gente. Dalle loro ferite. Le ferite
di guerra, nel caso di Miller, sono soprattutto di natura psicologica.


“Krzysztof Miller è stato ucciso da un veleno che si chiama dolore. Non il suo, a quello ti abitui. Quello degli altri, di quelli che fotografava. Degli Uomini. Non puoi sfuggire al tuo destino, se hai scelto di
raccontare lo scandalo imperdonabile del dolore: è segnato, viaggia su binari inflessibili. Attraverso la
scrittura o l’immagine non puoi fare il callo alla vita.”


Domenico Quirico
KRZYSZTOF MILLER
Fotoreporter polacco, ha vissuto a Varsavia e ha studiato presso l’Università di Educazione Fisica
a Varsavia. Miller è stato più volte campione polacco di immersioni. Nel 1988 ha fotografato il NZS (Independent Students’ Organisation) e ha collaborato con “Agency News Review” (Przeglądu Wiadomości Agencyjnych). Ha fotografato i negoziati della Tavola Rotonda nel 1989 e da
quell’anno diventa fotoreporter di “Gazeta Wyborcza”. È stato autore di diversi fotoreportage,
dalla Rivoluzione di velluto cecoslovacca, alla rivoluzione in Romania e le guerre di Bosnia e Georgia. Nel 2000 è stato giurato del World Press Photo. Ha pubblicato un libro intitolato 13 Guerre più una. La vera storia di un corrispondente di guerra (il film documentario “Nell’occhio di Dio”, scritto da Wojciech
Królikowski, è stato dedicato al lavoro del fotoreporter Krzysztof Miller). Per diversi anni ha lottato con il disturbo da stress post-traumatico. Il 9 settembre 2016 si apprende che la sua devozione come fotogiornalista lo aveva portato al suicidio. È sepolto nel cimitero militare di Powązki a Varsavia.

“Non è stato un lavoro facile. Ecco una piccola prova di quello che ho sedimentato sul mio petto di reporter. Questo è quanto. Perché non mi scuserò per questa fotografia. Perché non sono stato io a
creare ciò che ho fotografato. È più giusto dire che quest’ultimo abbia creato me.”




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