Polski pawilon na 23. Międzynarodowej Wystawie w Mediolanie

Poniżej publikujemy informację w języku włoskim, nadesłaną do Redakcji, dotyczącą obecności Polaków podczas Międzynarodowej Wystawy w Mediolanie, 23a Esposizione Internazionale della Triennale Milano:

Il Padiglione Polacco alla 23a Esposizione Internazionale della Triennale Milano decifra il silenzioso linguaggio delle piante in una serra del futuro. 
Fra eredità del romanticismo e innovativi sistemi digitali, l’installazione immersivainvita a raccogliere i suggerimenti dell’intelligenza vegetale per il benessere degli ecosistemi. 
Il progetto è promosso dall’Istituto Adam Mickiewicz, che sostiene e diffonde il design e la cultura polaccasulla scena internazionale, in collaborazione con il Museo di Architettura di Breslavia.    
Milano, 15 luglio – 11 dicembre 2022 – L’Istituto Adam Mickiewicz, in collaborazione con il Museo di Architettura di Breslavia, presenta alla 23a Esposizione Internazionale della Triennale di Milano il progetto Greenhouse Silent Disco, cofinanziato dal Ministero della Cultura e del Patrimonio Nazionale della Repubblica di Polonia. Il tema “Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries“ lanciato dalla 23a Esposizione invita a indagare su ciò che ancora non sappiamo di non sapere e ad esplorare l’ignoto per rovesciare la nostra idea del mondo e aprire nuove visioni di sostenibilità.  Il Padiglione Polacco partecipa a questa ricerca andando oltre il preconcetto che le piante siano organismi statici e passivi, con un’installazione progettata per decifrare il silenzioso linguaggio della vegetazione arborea ed entrare in contatto con l’intelligenza parallela di questo mondo complesso e misterioso. 
Greenhouse Silent Disco è una serra del futuro popolata da una fitta vegetazione e dotata di sensori digitali che captano le reazioni delle piante ai diversi stimoli, come la presenza umana delle persone che attraversano l’installazione o il variare delle condizioni atmosferiche esterne, trasformandoli in luci LED e suoni.  I curatori dell’esposizione Małgorzata Devosges-Cuber e Michał Duda, autori di diverse mostre e pubblicazioni dedicate al design e all’architettura, hanno unito un approccio sensuale e corporeo alla natura di ispirazione romantica con le tecnologie contemporanee.  All’interno dell’installazione le piante comunicano con il sistema attraverso la luce che ricevono in eccesso e che non utilizzano nei normali processi di fotosintesi, fenomeno definito della fluorescenza clorofilliana. In questo modo è possibile decifrare le loro esigenze secondo parametri antropocentrici che possiamo cogliere e interpretare. Il professor Hazem Kalaji, che ha curato la supervisione scientifica dell’esposizione, spiega:
“La serra del futuro è come una discoteca. Le luci LED variano dal blu, al rosso al bianco a seconda delle necessità delle piante, cambiando colore ad esempio se all’esterno della serra piove o è nuvoloso”.
Fra il pubblico e la vegetazione si crea una relazione intensa e profonda. Un’atmosfera immersiva in cui i visitatori si trovano completamente avvolti dalle piante e dal loro linguaggio luminoso e sonoro. Un’installazione viva e in mutamento, che rifugge da qualsiasi immagine perfetta e immobile della natura, ma che cambia con il crescere delle piante e l’avvicendarsi delle stagioni fra luglio e dicembre, periodo della 23a Triennale.  L’abilità sensoriale degli organismi vegetali va ben oltre quello che riusciamo a  immaginare. Le piante hanno la capacità di sentire e valutare la forza di gravità, percepiscono l’intensità dei campi elettromagnetici e  il livello di umidità, si accorgono anche delle più lievi vibrazioni  e  comunicano all’interno della loro comunità e fra le diverse specie. Sta a noi scegliere di ascoltarle, magari nella silenziosa discoteca di una romantica e avveniristica serra. 



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